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Vino senza alcol, la proposta Ue per il vino dealcolizzato

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Di cosa parla questo articolo

Dealcolizzare il vino, la proposta UE che fa inorridire Coldiretti

L’origine del vino come bevanda nasce dalla fermentazione spontanea dei succhi d’uva, in seguito sottoposti a varie elaborazioni, tramite procedure e tecniche di conservazione che si sono affinate di generazione in generazione, col contributo di tutti i popoli che hanno abitato nelle aree in cui era presente la coltivazione della vite. I Romani furono i responsabili della diffusione della cultura del vino In tutta l’Unione Europea e grazie alle tecniche di vinificazione che con gli anni sono diventate sempre più efficienti, vi è stato un miglioramento della qualità del vino. L’antica origine del vino trova spiegazione in tre caratteristiche fondamentali di questa bevanda:

  • La varietà del sapore (che cambia in base al tipo di vite, alla zona e al clima);
  • La possibilità di invecchiare secondo le modalità di conservazione; 
  • La possibilità di trasportare i contenitori senza alterare la qualità del contenuto.

Il vino è sempre stato perciò considerato un prodotto di qualità, di fatti in antichità veniva consumato non soltanto nelle famiglie più ricche e prestigiose, ma anche nelle case di chi apparteneva a famiglie povere o appartenenti alla classe media, era insomma amato da tutti. Un modo per esprimere il proprio senso di famiglia e di appartenenza ad un territorio. 

La possibile distruzione della cultura del vino

Andare al ristorante a festeggiare un evento importante, e brindare versando nei calici un succo d’uva potrebbe invece d’ora in avanti diventare la nuova normalità. Sembra un’eresia eppure è quello che potrebbe succedere davvero se andasse a buon fine la proposta dell’Ue di togliere parzialmente o del tutto l’alcol dal vino. L’allarme è stato lanciato da Coldiretti che ha svelato i contenuti del documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue in cui viene affrontata la pratica di dealcolazione dei vini aggiungendo magari acqua.

La dealcolazione è un processo con il quale, attraverso una filtrazione, si riduce il grado alcolico del vino.

Si tratta di una pratica enologica che altera le caratteristiche organolettiche della bevanda, specie se, la diminuzione è superiore a un grado e mezzo. Il rischio è quindi quello di cancellare le caratteristiche specifiche di ogni vino, legate a vitigni e territori.

Un danno enorme per tutti quei paesi dell’Unione Europea che sono tra i maggiori produttori al mondo di vino. Un settore quello vinicolo che ha resistito alla crisi pandemica da covid19 e ha portato l’Italia ad aumentare la produzione nel 2020 addirittura del 3%. Oltre 49 milioni di ettolitri consumati sulle nostre tavole ma anche esportati in tutto il mondo.

UE: dopo la proposta di etichette allarmistiche ora vuole annacquare il vino

Togliere l’alcol dal vino ed aggiungere acqua è l’ultima trovata di Bruxelles per il settore enologico già sotto attacco per la proposta di introdurre etichette allarmistiche che scoraggino il consumo dei prodotti dell’unione Europea, definendoli di qualità dubbia e quindi nocivi per la salute dei cittadini europei. La proposta prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine.

In questo modo viene permesso ancora di chiamare vino, un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino.

L’identità e la qualità dei vini Europei sono a rischio

L’introduzione della dealcolazione parziale e totale come nuove pratiche enologiche rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo e che metterebbe fortemente a rischio l’identità del vino europeo, anche perché la definizione “naturale” andrebbe seriamente compromessa. 

La proposta di aggiungere acqua nel vino è solo l’ultimo degli inganno autorizzati dall’Unione Europea che già consente l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva. 

Produrre vino vuol dire in primis raccontare una storia, un territorio

In questo modo il vino perde il suo valore e la sua identità, in quanto non verrà più riconosciuto dai consumatori come un prodotto di qualità e la conseguenza sarà inevitabilmente il crollo del mercato del vino. 

Il processo di trasformazione dell’uva prima in mosto e poi in vino, che risale addirittura ai tempi di Noè, ha negli ultimi anni già registrato una serie di importanti interventi legislativi da parte dell’Unione Europea. Questa ennesima misura, se approvata porterebbe ad un potenziale crollo di questo settore, in quanto gli europei sono decisamente amanti del buon vino e non opterebbero di certo volentieri per il consumo di un vino “annacquato”. L’unione Europea afferma di preoccuparsi per la salute dei suoi cittadini, da qui l’ipotesi delle etichette allarmistiche sui prodotti e della possibile decisione di snaturare la tradizione del buon vino. 

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