Vino Chianti, zona di produzione e storia
L’origine del nome Chianti non è certa. Secondo alcune versioni potrebbe derivare dal termine latino clangor, ovvero rumore, a ricordare il suono delle battute di caccia effettuate nelle foreste di cui era ricca la zona; secondo altre versioni deriverebbe dall’etrusco clante, ovvero acqua, di cui il territorio è ricco, ma anche nome di famiglie etrusche diffuso nella zona.
Già da questa premessa filologica si può intuire la prosperità e la fertilità del terreno del Chianti, il cui clima mite e la cui fulgida vegetazione hanno fatto sì che le sue colline fossero abitate sin dal secondo millennio a.C.
Storia e origini del vino Chianti
Furono gli Etruschi a modificare per primi il paesaggio chiantigiano. Essi abbandonarono la pastorizia per dedicarsi all’agricoltura, introducendo la coltivazione della vite. Agli Etruschi succedettero i Romani, i quali dettero un grande impulso all’economia agreste, iniziando in particolare la coltura dell’olivo.
Con la fine dell’Impero, la zona del Chianti conobbe secoli di decadenza: insicurezza, brigantaggio, guerre e carestie imperversarono; tale situazione rimase sostanzialmente invariata per tutti i secoli dell’Alto Medioevo.
Dopo l’anno Mille il territorio del Chianti riprese a svilupparsi. La sua vocazione vinicola emerse già nel corso del XII secolo, quando famiglie come i Ricasoli e gli Antinori inaugurarono la loro presenza su queste terre e contribuendo a rendere la denominazione Chianti una delle più antiche della Toscana.
I primi documenti in cui con il nome Chianti si identifica una zona di produzione di vino, ed anche il vino prodotto, risalgono al XIII secolo e si riferiscono alla Lega del Chianti costituita a Firenze per regolare i rapporti amministrativi con i terzieri di Radda, Gaiole e Castellina, produttori di un vino rosso a base di Sangiovese.
La leggenda del simbolo del Chianti, il vino
Essendo ormai un territorio rigoglioso, il Chianti suscitò gli appetiti di Firenze e Siena. Sorse una leggenda curiosa sul come si sia arrivati alla spartizione dell’area. Firenze e Siena, ormai esauste da decenni di conflitti per il controllo del territorio chiantigiano, decisero di risolvere la questione scegliendo come rappresentanti un cavaliere e un gallo.
Non appena il primo avesse udito il canto del secondo, si sarebbe messo al galoppo e il nuovo confine tra i due comuni sarebbe stato fissato nel punto d’incontro tra i due militi. L’idea, evidentemente, era quella di dividersi il territorio più o meno al 50%: partendo alla stessa ora, i due fantini si sarebbero infatti incrociati circa a metà strada.
Le cose, tuttavia, andarono diversamente poiché i senesi scelsero un gallo bianco, che nella giornata precedente alla disfida fu ben pasciuto al fine di farlo svegliare allegro e di buon mattino; i fiorentini invece scelsero un gallo nero (in seguito scelto come simbolo del Chianti Classico) tenuto a digiuno che, a causa dei morsi della fame, cominciò a salmodiare ben prima dell’alba.
Il cavaliere gigliato, celere e solerte, partì quindi prestissimo e percorse molta più strada del rivale, incontrandolo nel castello di Fonterutoli (sito oggi in Castellina in Chianti). Qui venne firmato il trattato di pace tra i due paesi toscani, che fissarono il loro confine a Castellina, a pochi chilometri da Siena.
Storia del Vino chianti
Durante il Medioevo la vocazione vinicola del Chianti, sulla scia degli insegnamenti dei monaci, si rende manifesta: già nel XII secolo, famiglie i cui nomi sarebbero rimasti famosi a lungo, come i Ricasoli (a Brolio dal 1141) e gli Antinori (produttori di vino dal 1385) inauguravano la loro produzione vinicola.
La strada che porta alla nascita dei Comuni è strettamente correlata alla continua crescita della produzione vinicola: il commercio del vino costituisce un’importante fonte di ricchezza, che rafforza il potere e il controllo sul territorio.
Lo testimonia, ad esempio, la fondazione a Firenze verso la seconda metà del Duecento, dell’Arte dei Vinattieri, la più importante delle Arti Minori, accompagnata dall’apertura di osterie e celle vinarie.
L’abitudine al consumo del vino, in quell’epoca, si diffuse velocemente e da prodotto di lusso, appannaggio delle tavole nobili, il vino divenne presto una bevanda di consumo popolare: era presente in tutte le case, da quelle dei ricchi a quelle dei contadini, che il più delle volte lo utilizzavano per miscelare un’acqua malsana.
Veniva considerato un vero e proprio alimento e fonti storiche documentano che veniva usato addirittura come farmaco per curare gli ammalati.
Caratteristiche vino Chianti
Il vino Chianti D.O.C.G. è caratterizzato da un colore rubino brillante, tendente al granato. Il suo odore è vinoso e il gusto è asciutto, sapido e con il tempo tendente al morbido vellutato. La quantità di zucchero massima deve essere di 4 grammi al litro di zuccheri riduttori. Il vino Chianti classico deve essere invecchiato per 11 mesi, mentre il Chianti riserva richiede un invecchiamento minimo di 24 mesi.
Per i toscani è un po’ come fosse un secondo sangue: rosso rubino, profumato e “leggermente” alcolico. Il Chianti è sinonimo di casa.