La pizza fritta napoletana si attesta come una delle più ricercate specialità gastronomiche italiane, uno street food davvero sfizioso apprezzato dai turisti di tutto il mondo.
Che origine ha ?
Scopriamo insieme quali sono le origini di questo piatto e tutto quello che si deve sapere al riguardo.
E’ un prodotto gastronomico molto conosciuto della cucina napoletana.
Somigliante molto ad un calzone, a Napoli si differenzia dalla pizza fritta montanara per le sue maggiori dimensioni.
Per quanto questa sia croce e delizia di molti golosi, resta vera e propria delizia partenopea.
Ogni pizza fritta fornisce un apporto nutrizionale di circa 500 calorie quindi è quasi come un pranzo.
A Napoli infatti viene spesso utilizzata come sostituto del pranzo da chi lavora in ufficio, che nella pausa scende e va a comprare le pizze fritte.
Dove mangiare una pizza fritta a Napoli?
Il posto che preferisco per mangiare la pizza fritta a Napoli è da Fiorenzano nella Pignasecca quartiere Montesanto.
La pizza fritta non ha origini molto note, né se ne conoscono spesso la storia o il modo in cui viene preparata. Ma cosa che c’è da sapere riguardo la pizza fritta napoletana?
La storia
Molti conoscono la pizza fritta napoletana, ma in pochi possono vantare di conoscere la sua storia, e perché perdere l’occasione di raccontare un interessante aneddoto prima di gustarne una assieme agli amici?
Dovete sapere infatti che la tradizionale e conosciutissima pizza rotonda di Napoli dopo la fine della seconda Guerra Mondiale era diventata un piatto di lusso che poche persone potevano permettersi.
D’altro canto la pizza richiedeva ingredienti per il suo condimento, e soprattutto l’ausilio dei forni a legna, la maggior parte dei quali erano andati distrutti durante i combattimenti della guerra.
Caratteristiche dell’impasto
Si ebbe così la straordinaria idea di friggere il tipico impasto della pizza nell’olio bollente, in modo che si gonfiasse e desse la sensazione di esser sazi mangiando… di meno.
Ogni pallina di impasto deve pesare circa 60 – 70 grammi ma alcuni usano pure panetti da 160 – 180 grammi.
Sebbene sia nata come un “ripiego”, ad oggi è un piatto che viene ancora apprezzato da molte persone. Una ricetta che ha poi trovato diverse varianti, tanto che ad oggi viene farcita con una miriade di ingredienti diversi.
La chiamavano anche la “pizza del popolo” dal momento che veniva venduta per le strade dalle mogli dei pizzaioli per arrotondare i guadagni.
Insomma, un vero e proprio gioiello della cucina napoletana che in passato ha sostituito la necessità di mangiare spendendo poco, ed oggi è uno dei fritti che ancora delizia i palati di numerose persone.
Cosa si può mettere nella pizza fritta?
Una straordinaria qualità della pizza fritta che la rende appetibile proprio a tutti i gusti è la sua varietà, esistono infatti diverse preparazioni per questo particolare tipo di pizza a seconda di cosa ci mettiamo dentro:
La pizza fritta classica
La classica pizza fritta napoletana, spiegata in termini molto pratici è una zeppola ma di grandi dimensioni. Per quanto riguarda la sua preparazione, è molto simile se non per l’impasto che è di quantità maggiore e la sua stesura (a mano) che avviene prima del processo di frittura.
Zeppola
Si tratta della ricetta più semplice in assoluto, viene spesso chiamata anche “pasta cresciuta”. Le sue dimensioni sono minori rispetto alle sue sorelle, e la sua preparazione è davvero molto semplice: una piccola quantità di impasto composto di acqua, farina e lievito viene fatto friggere per pochi secondi nell’olio bollente per poi venir condito con un pizzico di sale. Un cibo sfizioso ed un vero “finger food”.
La montanara
Che cos’è la montanara? Questa è una tipologia che si potrebbe considerare più sofisticata della classica. A Napoli è conosciuta con il nome di “montanara”. Questa speciale ricetta viene farcita con pomodoro, provola, basilico e parmigiano.
La sua ulteriore particolarità è che non viene soltanto fritta, infatti è proprio dopo la frittura che viene condita per poi essere messa in forno.
Calzone fritto
Niente meno che la pizza fritta ripiena, molti di voi lo conosceranno con il nome di “calzone” ma viene chiamata anche semplicemente “pizza fritta”.
L’impasto è sempre lo stesso, che viene poi steso in modo da racchiudere al suo interno la farcitura, per poi essere appunto… fritto.
Ricetta della pizza fritta napoletana
Quando nacque nel secondo dopoguerra, gli ingredienti responsabili della farcitura non erano mai fissi: il cibo scarseggiava e dunque si cercava di condire la pizza fritta con quello che si trovava in casa o ciò che i vicini riuscivano a prestare, o scambiare.
C’è da dire però che uno degli ingredienti più famosi per fare la farcitura è la ricotta.
La ricetta tradizionale infatti prevede un condimento con ricotta e provola, spesso e volentieri accompagnate da salumi.
Naturalmente si è del tutto liberi di dare sfogo alla creatività, e forse è proprio questo il bello della pizza.
Vi sono state tantissime varianti negli anni, con i classici condimenti salati ma anche dolci.
Tutte squisitezze da gustare comodamente seduti oppure per strada, mentre si va all’esplorazione della città!
Napoli del resto si presta benissimo a questo tipo di esplorazioni “en passant”, con la classica pizza fritta tra le mani… o la pizza a portafoglio.
Ne avete mai sentito parlare?