Classe 1991, lo chef Simone Belfiore nasce a Genova, città in cui dopo una breve ma soddisfacente carriera in campo calcistico, decide di intraprendere quella culinaria.
Inizia quindi la frequentazione dell’Accademia Gualtiero Marchesi a Milano, dove impara l’arte della cucina e ne rimane folgorato.
La prima esperienza è quella che lo vede protagonista, all’inizio come commis tournant e poi come capo partita dei secondi, al Belmond Hotel Splendido 5* lusso di Portofino.
Nel 2017 arriva al Ristorante Cracco, 1* Michelin in Via Victor Hugo e poi in Galleria Vittorio Emanuele a Milano.
Dopo una breve esperienza come commis, ricopre il ruolo di capo partita degli antipasti, dove impara molti dei piatti più famosi dello Chef Carlo Cracco come la sua insalata russa caramellata, per poi passare alla partita del pesce e infine alle carni, dove apprende nuove tecniche di cottura.
Nel 2019 inizia la sua personale esperienza al ristorante 3* Michelin Le Calandre, dove respira la vera essenza della cucina di Massimiliano Alajmo e dove acquista ancora più consapevolezza nei propri mezzi.
Nel 2020 decide di ritornare nella sua terra, la Liguria, per vestire i panni di Sous Chef del Diana Gourmet al Diana Grand Hotel, con la gestione, il coordinamento e la supervisione di tutte le partite e il lavoro a stretto contatto con lo chef Ivano Ricchebono, 1 stella Michelin.
Qui, diventa executive chef dal secondo anno e ha il compito di gestire una brigata di dodici persone, con un totale di quattro menu differenti: i due degustazione, la carta e un menu del giorno riservato ai soli clienti dell’albergo.
Sua è anche la supervisione della proposta al piano inferiore, dove si apprezza il binomio pizza-cucina del ristorante La Marina.
La sua è una cucina precisa e rigorosa, lo specchio di tutte le esperienze di prestigio che ha collezionato, nel corso della carriera, nelle cucine dei ristoranti che ha frequentato.
“Sono stato agli ordini di importanti chef, in ristoranti di pregio. Sentivo la necessità di confrontarmi in un contesto in cui potessi avere carta bianca, alla guida di una brigata in un ristorante che mi facesse sentire protagonista”.