Il trio dei Master of Wine italiani è passato dal racconto del vino nel calice e dell’enologia all’azione della viticoltura, spingendosi nella realizzazione di una propria azienda e una etichetta che fossero rappresentative di un Piano di Recupero e Rilancio di un magico territorio come la Riserva Naturale Orientata dello Stagnone di Marsala (la laguna più estesa del Sud Italia, allacciandosi anche a quattro piccole isole) e della fetta di Sicilia occidentale con l’appellativo di “Salt West”. Così “Officina del vento” va ad affondare le sue radici nelle saline di quest’area trapanese con l’aromaticità di un Grillo del 2023, moltiplicato per tre (giusto per cominciare con i propri colleghi limitrofi) con il brand “Radici del mare“.
I tre “professoroni” del vino Gabriele Gorelli (il primo italiano, oltretutto originario di Montalcino, ad aver catturato le attenzioni dell’Organo di giudizio britannico nel 2021, designer e brand builder e fa parte della Fondazione Banfi), Andrea Lonardi (il secondo ad essere insignito del titolo internazionale nel 2023, oltre ad aver lavorato per più dieci anni con la storica Cantina di Amarone e Valpolicella Ripasso Bertani ed essere vicepresidente del Consorzio di Tutela Valpolicella) e Pietro Russo (è il terzo Master of Wine in ordine cronologico – nel 2024 – ma è il primo siciliano nella storia, con natali marsalesi, oltre ad essere enologo di Donnafugata, Wine Consultant e Brand Ambassador) hanno voluto investire e hanno voluto metterci anima, cuore e poderi tradotti in vigne fino a creare la referenza da uve a bacca bianca Grillo. La presentazione del progetto dei Master of Wine è avvenuta oggi in conferenza stampa a Bologna con tanto di Masterclass sulla new entry enoica durante il Portfolio Tasting di “Vino & Design e si configura come un lustro per tutta l’area che verrà valorizzata da questa ondata di popolarità per l’interessamento degli illustri “imprenditori – agricoltori”. La produzione è approdata ad oltre 4mila bottiglie ed è frutto della vendemmia di un anno e mezzo fa, con circa un ettaro di appezzamento che si affaccia sull’Isola di Mozia.
Trattandosi di un progetto territoriale work in progress, i tre MW lo hanno voluto condividere innanzitutto con i principali attori del marsalese. Nel corso dell’evento, c’erano anche Marco Fina di Cantine Fina e Francesco Li Mandri, di Francesco Intorcia Heritage, vignaioli di zona che hanno già accolto a braccia aperte il programma di lavoro, rispettivamente con “Firma del tempo” – Riserva 2023 e “Vignarara” 2024.
In anteprima nazionale dunque un progetto che si sviluppa come un manifesto per tutta l’area geografica e con un livello altissimo di rispetto per l’ambiente, la natura e chi ci vive e fatica.
Chiaramente, il magico terzetto con esperienza da vendere sul vino coordina da vicino e personalmente lo svolgimento di tutta l’esecuzione dell’Officina del vento: dalla raccolta dell’uva fino alla vinificazione. Sarà possibile acquistare la bottiglia sul mercato a breve. Per quel che concerne il packaging, il design rievoca un acquerello di Houel con sapiente rilievo tattile sui cumuli di sale e lo stesso respiro di scirocco che porta nel calice le diverse parcelle fronte mare della Riserva Naturale.
La manovra nella sua interezza e con le sue oscillazioni conta di far spiccare il volo a tutto l’hinterland, non solo Marsala, con tutta la filiera quindi dalle aziende di materie prime coltivate sul posto al comparto turistico – alberghiero con le sue strutture ricettive.
“Sentiamo forte la necessità – ha affermato il marsalese Pietro Russo – di richiamare l’attenzione su una zona che ha un potenziale enologico eccezionale ed elementi identitari straordinari per storia, contesto naturale, peculiarità del terreno. Abbiamo scelto di acquistare dei vigneti qui e di dimostrare sul campo quale sia l’attrattività che questa porzione di territorio può liberare per divenire una destinazione enoturistica ed esperienziale di target alto. Un luogo che già gli inglesi impegnati negli scambi commerciali tra Marsala e l’Inghilterra, avevano valorizzato”.
“I nostri studi e la nostra esperienza professionale – ha aggiunto Andrea Lonardi – ci portano ad immaginare che lo Stagnone possa certamente seguire e ricalcare modelli virtuosi già sperimentati con successo in altre parti del mondo, come nella Valle del Douro in Portogallo o in quella del Maule, una delle più grandi regioni vitivinicole del Cile. Abbiamo sete di conoscenza e fame di curiosità, questo progetto è nato perché volevamo ancora stare insieme ma soprattutto perché lo Stagnone è un territorio che urla a chiunque lo conosca: <<questo è un posto pazzesco!>>”.
“Marsala, con la sua storia vitivinicola e lo straordinario contesto-cartolina della Riserva Naturale dello Stagnone – ha rimarcato Gabriele Gorelli – è una destinazione iconica. Qui le viti radicano letteralmente a pochi metri dal mare, ma sono le falde di acqua dolce che si insinuano dal plateau calcareo a nutrirle. Il paesaggio è unico: laguna, saline, isole sullo sfondo, la suggestione dei mulini. Sono elementi trainanti per farne una zona di produzione di vini iconici ed ecco perché oggi, per la prima volta, presentiamo qui il nostro progetto. Salt West è un progetto di restituzione, rilancio e salvaguardia di un territorio magico che per noi è diventato casa”.