Che cos’è la birra?
La birra è una delle bevande alcoliche più antiche e diffuse al mondo.
È probabile che la sua nascita si possa far risalire addirittura la settimo millennio a.C., come riportano fonti scritte dell’antico Egitto e della Mesopotamia.
La birra artigianale, che a differenza di quella industriale non viene sottoposta a processi chimici, sta vivendo nel nostro Paese un periodo molto prolifico. Fino agli anni ‘90, infatti, i birrifici artigianali italiani erano pochissimi, mentre oggi ne possiamo contare a centinaia. In Italia la bevanda preferita rimane il vino, ma cresce l’interesse verso la qualità delle materie prime e della produzione delle birre artigianali.
Breve storia della birra
La birra nasce con la fermentazione del mosto ottenuto dal malto d’orzo ed è aromatizzata con il luppolo. Se le sue origini si possono far risalire al settimo millennio a.C presso il popolo dei Sumeri, le prime testimonianze scritte le ritroviamo intorno al 3500-3100 a.C.In Mesopotamia la birra veniva bevuta durante i funerali e offerta alle divinità, tanto che il Codice di Hammurabi ne regolamentava la produzione e la vendita, condannando a morte chiunque non rispettasse le regole. Nell’Antico Egitto la birra veniva bevuta fin dall’infanzia, alla stregua di una medicina e i faraoni possedevano delle vere e proprie fabbriche di birra.
La diffusione della birra in Europa è stata opera delle tribù germaniche e celtiche, ma è molto probabile che bevande simili alla birra siano state inventate in diverse culture da ogni parte del mondo. I primi europei bevevano una birra caratterizzata da alimenti quali la frutta, il miele, piante e spezie, perché il luppolo viene menzionato come ingrediente solo dall’anno 822, come riportava un abate carolingio. E fu proprio all’interno dei monasteri medievali che la birra fece un salto di qualità, tanto che perfino le suore la producevano, anche se solitamente veniva data da bere ai pellegrini e ai malati.
Nel periodo della Rivoluzione industriale la birra passò da una produzione artigianale ad una industriale e iniziò ad essere utilizzata la bassa fermentazione, dopo studi specifici sul lievito.
La birra ha gli ingredienti di base in comune con il pane ed è facile immaginare quanto questi due alimenti siano stati coevi fin dalla loro nascita.
Cos’è la birra artigianale
La birra artigianale viene prodotta da birrifici di piccole dimensioni e attraverso l’utilizzo di prodotti locali. Non è pastorizzata, solitamente non è filtrata ed essendo priva di conservanti presenta tempi di conservazione più limitati rispetto alla birra industriale. Negli anni ‘80 c’è stata una riscoperta della craft beer (birra artigianale) negli USA, un fenomeno chiamato Renaissance Americana, che ha contribuito al recupero della tradizione birraria, insieme alla sperimentazione di nuovi stili di produzione. Questa tendenza si è diffusa anche in Europa e in Italia, aumentando il generale l’interesse per prodotti artigianali di qualità migliore.
Dagli anni ‘90 la nascita di microbirrifici è stata in costante crescita e si sono susseguite produzioni di birre artigianali ispirate a stili internazionali e ingredienti inusuali, come il farro e la frutta DOP e IGP. Una caratteristica italiana è l’uso della castagna, quasi come fosse una prerogativa del Belpaese. Le birre artigianali italiane vengono spesso ottenute da malto ricavato da cereali locali, inoltre si fa sempre più uso dei mais, solitamente usato per mantenere i costi nelle produzioni industriali, ma pregiato in alcune sue varietà.
Le birre artigianali possono avere come ingredienti base diverse varietà di cereali, le castagne, il miele il farro e il kamut. In Italia esiste un forte legame fra produzioni artigianali e rotazione delle stagioni, che permette l’utilizzo di ingredienti tradizionali e sperimentali, dando via a “stili di birra” quali le Italian Grape Ale, aromatizzate con mosto d’uva.
Le migliori birre italiane secondo Slow Food
Slow Food ha stilato la guida “Birre d’Italia 2021” riguardante i migliori birrifici italiani, per un totale di 387. La selezione di Slow food ha scelto quattro categorie, due per le birre e due per i birrifici: le Chiocciole, le Eccellenze, le birre slow e le birre imperdibili.
Le birre slow rappresentano le eccellenze dal punto di vista organolettico e sanno raccontare il territorio, diventando un punto di riferimento.
Le birre imperdibili sono quelle che presentano caratteristiche organolettiche di grande valore, oltre che un ottimo equilibrio complessivo.
La Chiocciola è un riconoscimento che viene assegnato ai “birrifici eccellenti e slow riconosciuti per la qualità e la costanza delle birre, ma anche per il ruolo svolto nel settore birrario nazionale, per l’identità e per l’attenzione al territorio e all’ambiente”; l’Eccellenza è “un nuovo riconoscimento per i birrifici che esprimono un’elevata qualità media su tutta la produzione”. La regione premiata con più Eccellenze è la Lombardia, con 9 segnalazioni.