L’olio di semi è presente sul mercato in molte varianti, largamente utilizzate in cucina per friggere ma non solo. Scopriamo quindi quali sono gli usi principali di questo olio e quale dovremmo scegliere in base per proprietà e utilizzo.
L’olio di oliva è diffusissimo e sicuramente conosciuto da tutti noi, in Italia possiamo vantare oli di grandissima qualità e li troviamo quasi sempre quotidianamente sulle nostre tavole. L’olio d’oliva viene prodotto naturalmente dagli ulivi, ma è noto che in commercio ci sono anche molti altri tipi di oli che vengono prodotti con l’ausilio di altri vegetali. Stiamo parlando proprio dell’olio di semi, che si ottiene dall’estrazione dei semi oleosi, dai noccioli, dai fiori o da altre parti di alcune piante. Andiamo allora a vedere come avviene la loro estrazione e quali sono i migliori oli di semi per determinati usi.
Come viene estratto l’olio di semi?
Ci sono diversi metodi di estrazione per l’olio di semi, e questa è una differenza da tenere in considerazione quando si parla di risultato finale. Il metodo d’estrazione più utilizzato è sicuramente quello ad estrazione chimica, che garantisce una certa velocità nella produzione finale, ad un costo contenuto. Alternativamente si utilizza il metodo classico, ovvero l’estrazione meccanica, che garantisce una qualità nettamente migliore dell’olio di semi; quest’ultima è obbligatoria se il produttore vuole che il proprio olio venga marchiato come “bio”. Andiamo dunque a vedere più nel dettaglio queste due differenti tecniche di estrazione.
Estrazione meccanica dell’olio di semi
Come si può capire se un olio di semi è stato estratto meccanicamente? L’unico modo per capirlo in effetti è quello di leggere l’etichetta. Infatti si noterà la dicitura “di prima pressione o spremitura”. Questo tipo di estrazione avviene per mezzo di apposite presse ed il suo vantaggio principale è che le proprietà nutritive dell’olio non vengono alterate (vitamine, sali minerali, acidi grassi). Gli oli ottenuti tramite l’estrazione meccanica sono abbastanza difficili da trovare nei supermercati ed in effetti poco conosciuti. Sappiate però che se un olio è biologico, allora è stato sicuramente estratto meccanicamente, e ciò non sarà altro che un ulteriore garanzia sulla sua qualità.
Estrazione chimica dell’olio
Con quest’altra tecnica si utilizzano dei solventi organici a temperature molto alte al fine di ottenere degli oli più stabili ed a maggiore conservazione. Inutile dire che si tratti di una procedura utilizzata maggiormente in ambito industriale. Con questa tecnica è possibile conferire all’olio un odore, una densità ed un aspetto generale più appetibile. Lo svantaggio significativo di questo tipo di estrazione è che larga parte dei principi nutritivi vengono persi e si verifica anzi la formazione di molti acidi grassi trans, che sono dannosi per la salute. Naturalmente, il sostanziale vantaggio di questa estrazione è il suo basso costo.
I principali tipi di olio di semi e le rispettive proprietà
Ora che abbiamo compreso i due principali metodi di estrazione dell’olio di semi, andiamo ad analizzare i principali generi di olio di semi e le loro peculiari caratteristiche.
Olio di semi di girasole
La particolarità dell’olio di girasole è il suo alto contenuto di proteine, acidi grassi e fenoli. Esso viene ottenuto dalla spremitura dei semi della pianta di girasole ed è anche ricco di vitamina E. Questo tipo di olio è un ottimo antiossidante, capace di combattere l’invecchiamento delle nostre cellule, ed in cucina si utilizza maggiormente per friggere oppure per condire insalate o verdure in generale.
Olio di semi di mais
Questo genere di olio è veramente molto diffuso, non è molto diverso dall’olio di girasole per quanto riguarda la composizione (ricco di acido linoleico e vitamina E), ed è anch’esso largamente utilizzato nella frittura in cucina. Viene talvolta utilizzato a crudo, ma mai in grandi quantità.
Olio di semi di sesamo
Largamente utilizzato nella cucina orientale, ha un sapore leggermente dolce e sicuramente delicato, viene utilizzato come ingrediente nelle ricette di dolci ma il suo impiego maggiore è nelle verdure ed insalate. Al suo interno troviamo amminoacidi, vitamine, sali minerali e acido oleico, che fanno dell’olio di sesamo un ottimo rimedio contro l’invecchiamento. Viene anche utilizzato nella farmaceutica ed in cosmesi.
Olio di semi di lino
La sua particolarità è una grande presenza di acidi grassi e polinsaturi Omega-3. Questo tipo di olio di semi però è noto per la sua rapida ossidazione, proprio per questo motivo è preferibile consumarlo in fretta, fresco e crudo. Ha un sapore amaro che, se non conservato adeguatamente, può diventare molto sgradevole.
Olio di arachidi
Questo olio viene spesso utilizzato come ingrediente per le margarine, ma talvolta è adibito a semplice condimento. Il suo sapore è tipicamente dolce e trova un utilizzo anche nella frittura. Una particolarità è il basso contenuto di colesterolo e grassi, che lo rendono molto efficace nella prevenzione di malattie di tipo cardiovascolare. Questo olio deve però essere necessariamente conservato all’interno di recipienti chiusi al fine di evitare contatti con l’ambiente, ed è inoltre da mantenere lontano da fonti di calore ed al riparo dalla luce.