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Il migliaccio napoletano dolce di semolino per il Carnevale

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Di cosa parla questo articolo

Migliaccio napoletano storia e ricetta del dolce di semolino di Carnevale

Migliaccio napoletano è un dolce dalle origini molto antiche, il nome deriva dal “miglio”, il cereale da cui si otteneva la farina, che nel tempo è stato sostituito dal grano.

E ‘una specie di polenta dolce che ricorda lontanamente il sapore della pastiera napoletana dal profumo intenso.

Quali dolci si preparano a carnevale a Napoli? Uno di questi sicuramente è il migliaccio di Carnevale.

La storia del Miliaccium ovvero pane di miglio, risale al medioevo e probabilmente fu inventato in case popolari contadine, essendo un dolce povero dove il sangue del maiale viene sostituito dal semolino, ricotta e zucchero e, per renderlo ancora più goloso, qualcuno lo chiude anche in una tenera pasta frolla.

Altro piccolo accorgimento è l’aggiunta di qualche scorzetta di agrumi per renderlo più fragrante e profumato.

In alcuni casi viene insaporito con della frutta candita oppure mediante utilizzo di aromi come la cannella o l’uvetta.

Nella ricetta originale in realtà della cucina contadina povera partenopea in realtà veniva usato il miglio, mentre oggi, per la preparazione di questo dolce, viene usata la semola di grano duro, ovvero il semolino.

Ma oggi vogliamo parlarvi della ricetta classica napoletana che ho personalmente sperimentato nel corso degli anni ed anche nei laboratori di cucina a scuola.

Migliaccio napoletano ricetta originale di Andrea Casillo

 

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Migliaccio ricetta napoletana

Andrea Casillo
Ricetta del migliaccio napoletano del nostro chef di cinque gusti Andrea Casillo
Prep Time 20 minutes
Cook Time 45 minutes
Total Time 1 hour 5 minutes
Course Dolci
Cuisine Napoletana
Servings 8 porzioni

Ingredients
  

  • 200 gr semolino
  • 500 ml latte
  • 150 gr ricotta vaccina
  • 150 gr ricotta di pecora
  • 1 scorza arancia
  • 1 scorza limone
  • 40 gr burro
  • 1 stecca vanillina in alternativa bustina
  • 4 pezzi uova
  • 250 gr zucchero semolato

Instructions
 

  • n un pentolino mettete a scaldare il latte e l’acqua con la scorza del limone e la scorza d’arancia, senza arrivare al punto di ebollizione. 
  • Aggiungete poi il burro e mescolate, rimuovete le scorze degli agrumi. Versate il semolino a pioggia e mescolate con una frusta a mano fino a far addensare il composto. 
  • Versate il tutto in una pirofila e lasciate raffreddare.
  • In una ciotola rompete le uova e aggiungete lo zucchero , montate con la frusta fino a creare un composto gonfio e spumoso.
  • Aggiungete la ricotta setacciata , la vanillina, e continuate a mescolare con la frusta, amalgamando gli ingredienti fino a creare un composto omogeneo.
  • Aggiungete la crema al semolino al composto a base di uova ed amalgamate il tutto.
  • Ungete di burro una teglia di 26 cm e rivestitela di carta forno. Riversate il composto all’interno della teglia livellando la superficie con una spatola.
  • Infornate in forno statico a 180° per circa 1 ora. 
  • Sfornate il migliaccio quando la superficie sarà ben colorita  e lasciatelo freddare almeno un paio d’ore prima di tagliarlo.
  • Decorate con zucchero a velo.
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Quanti giorni si conserva il migliaccio napoletano?

Il migliaccio va conservato necessariamente in frigorifero altrimenti dura un solo giorno: per conservarlo è sufficiente avvolgerlo in una pellicola trasparente dove è possibile mantenerlo per tre quattro giorni al massimo.

I dolci a base di ricotta infatti deperiscono facilmente ed hanno una shelf life abbastanza limitata.

Comunque bisogna farlo sicuramente raffreddare altrimenti non ve lo godete fino in fondo: il migliaccio è sicuramente più buono il giorno dopo.

Il migliaccio napoletano salato

Esiste anche una versione salata del migliaccio napoletano che viene fatta utilizzando salumi e formaggi: questo dolce a Napoli lo chiamiamo pizza di farinella.

Ci sono anche delle varianti nella zona flegrea dove viene fatto con uva passa e pinoli, mentre nella zona della penisola sorrentina ci mettono le salsicce sbriciolate e l’uva passa.

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