Sentiamo parlare spesso di prodotti agroalimentari o vinicoli certificati, e ci siamo chiesti: chi li certifica e perché? Che differenza c’è tra una sigla e l’altra? Rimanete con noi per leggere finalmente la guida esaustiva alle sigle di certificazione europea dedicate al mondo food&wine.
A partire dagli anni ‘60 il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali (MIPAF) si è reso conto di dover proteggere la filiera agro-alimentare e vinicola italiana da quell’insieme di pratiche pubblicitarie ingannevoli definito Italian Sounding. Si pensa che questo tipo di ‘’contraffazione’’ del Made in Italy culinario generi un giro d’affari superiore ai prodotti autentici, e con l’entrata definitiva del nostro Paese nell’Unione Europea sono nati ancora più marchi e organismi di controllo atti a regolamentare la produzione, la commercializzazione e la vendita di tutti i prodotti Made in Italy.
Come si diceva prima, il primo marchio in assoluto è stato il marchio DOC, creato nel 1963 dal MIPAF, a cui sono susseguiti nei successivi decenni molti altri marchi ugualmente o meno prestigiosi, alcuni pensati per difendere le tradizioni di un territorio, altre un certo tipo di manifattura…insomma, non rimane che vederli uno per uno in modo da eliminare ogni dubbio e acquistare in maniera sempre più consapevole.
DOC, DOP, DOCG, cosa sono e quali sono le differenze
Partiamo dalla dicitura DOC, Denominazione Origine Controllata, che come dicevamo è la sigla più longeva. I prodotti DOC erano originariamente vini prodotti in aree piccole o grandi del nostro paese, secondo regole e tradizioni ben precise, e poi più avanti il marchio è stato rivendicato anche da prodotti alimentari. Dal 2010 è entrato a far parte del marchio DOP e non è più in uso, anche se alcuni produttori di vino particolarmente meritevoli lo sfoggiano sulle loro bottiglie come certificazione extra di valore.
Al marchio DOC è stato sostituito il marchio DOP, Denominazione Origine Protetta, la più conosciuta e diffusa. Questa sigla certifica circa 400 vini e 170 prodotti alimentari commercializzati entro e fuori dei confini del nostro paese, e presenta un marchio giallo con scritte rosse molto riconoscibile. Per prodotto DOP si intende qualcosa le cui proprietà organolettiche risentono direttamente del territorio in cui viene prodotto: di conseguenza un prodotto DOP sarà interamente lavorato su questo territorio a partire da tecniche e procedure ben precise.
Il marchio DOCG, Denominazione Origine Controllata e Garantita, era un marchio pensato per “premiare” quei vini di particolare pregio che mantenevano il marchio DOC per almeno dieci anni senza flessioni di qualità o prestigio. Adesso fa parte della galassia DOP e non viene più rilasciato.
IGT e IGP, seconda categoria di marchi europei per i prodotti italiani
La categoria IGT nasce in un secondo momento dalla collaborazione tra il nostro MIPAF e il parlamento europeo, e risponde alla necessità di non focalizzarsi soltanto su quei prodotti la cui filiera è interamente legata ad un dato territorio. In poche e semplici parole, i marchi IGT e IGP si occupano di certificare un certo passaggio produttivo dell’alimento o vino in questione, sorvolando sulla sua origine a monte o su altre fasi di lavorazione. Si può quindi dire che sia un marchio meno “ortodosso”, ma crederlo meno prestigioso sarebbe un errore, proprio in virtù dei grandi cambiamenti che la filiera alimentare e vinicola sta attraversando negli ultimi cinquant’anni. Attualmente è in vigore soltanto il marchio IGP, anche se alcuni vini possono vantare il marchio IGT di fianco alla sua versione più recente.
Altre sigle, in breve
Parliamo di STG e PAT, due sigle decisamente meno diffuse e meno prestigiose. Per SGT intendiamo le Specialità Tradizionale Garantita, cioè di prodotti talmente riconoscibili e unici da diventare dei veri e propri marchi a sé. In Italia abbiamo la mozzarella e la pizza margherita, per esempio. Per PAT invece intendiamo dei prodotti da tutelare nel mercato interno più che in quello estero, ma talmente di nicchia da non avere le caratteristiche per diventare DOP. Parliamo di alcuni formaggi di montagna (il “Puzzone” di Moena) o di salumi particolari.
Come ottenere un marchio per i propri prodotti alimentati o vinicoli
Il processo per ottenere il marchio DOP o IGP per i propri prodotti è tutto meno che scontato, ci si deve cioè preparare a controlli severi e completi su tutte le fasi produttive che coinvolgono il tal prodotto. La richiesta si fa al MIPAF che dopo alcune preselezioni richiede tutta la documentazione e i campioni necessari per procedere, in collaborazione con la Camera di Commercio e/o la sezione Coldiretti del territorio interessato. Quando si sono passate le prime fasi, interviene la Commissione Europea a concludere un iter per cui, se il procedimento è andato a buon fine, si avrà il nome della propria azienda e il prodotto certificato citato sia in Gazzetta Ufficiale della Commissione Europea sia in Gazzetta Ufficiale italiana.