La fermentazione e la germinazione sono due tecniche sempre più presenti in cucina, ma, ancora per molti considerate innovative.
La fermentazione
Scientificamente consiste nella demolizione degli zuccheri con o senza inoculo di uno starter e in situazioni di temperatura controllata. Essa avviene grazie all’opera degli enzimi di lieviti e batteri.
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Alcuni alimenti sottoposti a processi fermentativi:
- Lievitati;
- Vino;
- Alcolici;
- Formaggi;
- Salumi;
- Carni frollate;
- Olive da tavola;
- Caffè;
Questi sono solo i più comuni.
La fermentazione può essere di due tipi:
- Formazione di anidride carbonica e alcol etilico (che avviene soprattutto in bevande alcoliche o prodotti lievitati);
- Produzione di anidride carbonica e acido lattico (che avviene soprattutto nei formaggi e nei prodotti vegetali in salamoia).
Perché ci si avvale della fermentazione?
Lo scopo è quello di migliorare il gusto di alcuni alimenti creando nuove sfumature di sapore, ma non solo. Con la fermentazione, infatti, è possibile:
- Conservare gli alimenti più a lungo;
- Renderli più digeribili;
- Rifornire l’organismo dei probiotici (enzimi, vitamine, antiossidanti, microrganismi).
La germinazione
Riattivazione della vitalità di semi (e organismi botanici inattivi) attraverso il contatto con l’acqua in condizioni ambientali favorevoli. Grazie a questo processo, è possibile rendere più assimilabili gli amidi, le proteine e i grassi contenuti nel seme (questo crea la base perfetta per innescare un successivo processo di fermentazione).
Quali sono i tipi di semi più utilizzati per la germinazione?
- Ceci: ottima fonte di proteine, contiene numerose fibre;
- Lenticchie: ricche di ferro;
- Grano: disintossicante;
- Girasole: aiuta a rinforzare denti e ossa;
- Avena: favorisce la digestione e contrasta i problemi respiratori;
- Miglio: ricco di vitamina B e vitamina E. Alto contenuto proteico;
- Riso: apporto di acido gamma-amino-butirrico (GABA);
- Senape: per rinforzare il sistema immunitario;
- Crescione: antiossidante ricco di vitamina K;
- Broccolo: antitumorale;
- Piselli: antianemici che favoriscono l’incremento del metabolismo;
- Ravanello rosa: antitumorale ricco di folati;
- Fagiolo mungo: regolatore di insulina;
- Fieno greco: depurativo;
- Alfalfa: stimolatore della circolazione sanguigna.
Le proprietà nutritive
In fase di germinazione, il seme è nel momento di massima energia. Infatti, la concentrazione di sostanze nutritive è di quasi 10 volte superiore alla pianta adulta.
Le trasformazioni da seme a germoglio sono molte e comportano le seguenti manifestazioni:
- I carboidrati diventano zuccheri più semplici;
- Le proteine si riducono ad aminoacidi;
- I Sali minerali diventano più assimilabili dall’organismo;
- Aumentano le vitamine.
Come avviene la germinazione?
Dopo aver scelto il tipo di semi da far germinare, è necessario lasciarli in ammollo nell’acqua per mezza giornata. A quel punto andranno scolati e messi in un barattolo di vetro da coprire rigorosamente con una garza.
Vanno tenuti in un luogo caldo e all’ombra. I semi vanno sciacquati con acqua fresca due volte al giorno per almeno una settimana.
Al termine del tempo necessario alla germinazione, si vedranno comparire i germogli di 3-4 centimetri da poter utilizzare in cucina per i propri piatti.
È sconsigliato cuocerli. Perché, così facendo, si azzera il contenuto di vitamine. I germogli acquisiscono il massimo del proprio valore in insalate crude, per aromatizzare salse o come accompagnamento a carne e stuzzichini.
Il germogliatore
È possibile avvalersi anche di uno strumento apposito nella fase di germinazione dei semi: il germogliatore. Un contenitore studiato appositamente per la germinazione dei semi.
I vantaggi:
- Si evita la formazione di muffe;
- Si ottimizzano gli spazi;
- Possibilità di germinazione di più specie di semi contemporaneamente (ognuna nel proprio vaso germogliatore).