L’argomento “etichetta alimentare” è uno dei più discussi nel settore alimentare. Uno degli aspetti fondamentali per la tutela dei consumatori – in ogni segmento di mercato, ma, in particolar modo in quello alimentare – è legato alla garanzia della trasparenza e della chiarezza nella comunicazione degli alimenti. Questo al fine di favorire acquisti consapevoli.
Non so se sia questione di patriottismo, necessità di promuovere i sapori del territorio o cos’altro, fatto sta che il Made in Itay, per i consumatori italiani diventa sempre più importante.
Psicologicamente, l’effetto scaturito dalla consapevolezza di star consumando un prodotto della propria terra, rende i consumatori più appagati e soddisfatti e aumenta le vendite.
La verità, è che il capitalismo ci ha educati a un acquisto impulsivo e poco consapevole. Negli ultimi anni, però, i dati preoccupanti restituiti dall’intera industria alimentare, inducono in maniera sempre più significativa i consumatori a fare scelte d’acquisto più razionali.
Ecco che scatta dunque l’obbligo dell’etichetta alimentare “Made in Italy” per salami, mortadelle e prosciutti.
Bloccare il mercato della carne straniera
In fin dei conti, avvalersi anche di alimenti di importazione, non risulta strano nel 2021. Quello che però preoccupa, è come le aziende straniere si avvalgano delle etichette alimentari “Made in Italy” in maniera impropria spacciando le carni da importazione per carni italiane.
Un grande cambiamento è finalmente annunciato da Coldiretti che conferma l’applicazione del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate.
Sarà necessario, dunque, che i produttori indichino le seguenti informazioni su tutti i salumi:
- Dov’è nato l’animale
- Paese di allevamento
- In quale paese è stato macellato
Per consumare solo salumi di animali nati, allevati e macellati in Italia, sarà necessario che vi sia impressa la dicitura “Origine Italia” oppure “100% italiano”.
L’influenza del Covid sulle scelte d’acquisto
Sarà forse servita la pandemia a responsabilizzare le scelte d’acquisto dei consumatori? Probabilmente ha influito molto, soprattutto perché – in tempi difficili come questi – è ancora più forte la voglia (che diventa quasi una necessità) di supportare nel proprio piccolo le produzioni alimentari italiane.
L’augurio è che questo possa essere un piccolo segno verso un’educazione all’acquisto più responsabile e trasparente. In cui la comunicazione sia protagonista e assicuri il miglior rapporto qualità- prezzo degli alimenti acquistati.