Entrambi scelgono di non cibarsi di carne e pesce, ma i vegani fanno un passo in più. Quali sono le differenze tra queste due scelte alimentari? Scopriamole insieme.
In famiglia o tra i nostri conoscenti capita sempre più spesso di sentir nominare una scelta alimentare diversa, che magari esclude dei cibi rispetto ad altri. Se nel corso dei decenni ci siamo abituati alle differenti proposte delle cucine etniche (e ai loro precetti, pensiamo alla carne halal), comprendere le differenze tra vegetariani e vegani significa partire da una scelta etica e non farsi prendere dai pregiudizi.
Sicuramente dopo questa guida non avrete più dubbi su cosa mangia un vegano rispetto a un vegetariano e non solo, potreste avere voglia di sperimentare sostituendo la carne, o i latticini, con preparazioni nuove e inedite.
Cosa mangiano vegetariani e vegani?
Il vegetariano è colui che non mangia carne (di alcun tipo), né pesce. Il nome completo di questo tipo di dieta è ovo-latto-vegetariana, perché in linea di massima vengono invece consumati sia i prodotti latticino-caseari sia le uova. Sentirete sicuramente parlare di “pescetariani”, oppure di persone che consumano pochissima carne e pesce, ma non si può di certo includerli tra coloro che rinunciano del tutto a cibarsi di animali di terra o di mare.
Il vegano è invece colui che esclude completamente i prodotti di origine animale dalla dieta. Carne, pesce, latticini, uova, miele…per il vegano questi cibi sono da evitare, nel rispetto assoluto della vita animale. I vegani mangiano cereali, legumi, verdure, frutta, sostituti proteici (seitan, tofu, ecc).
Da dove vengono vegetarianesimo e veganismo?
L’Occidente ha visto la nascita di molte questioni e movimenti legati alla nutrizione nel corso della sua lunga storia: non a caso il vegetarianesimo nasce con il filosofo e matematico Pitagora, nell’Antica Grecia. Pitagora aveva formulato un suo protocollo alimentare slegato da questioni etiche e motivato piuttosto da motivi igienico-salutistici, infatti oltre alle carne e al pesce la sua dieta escludeva cibi vegetali che secondo lui avrebbero danneggiato l’organismo. Nel corso del Medioevo il vegetarianismo si associa ai movimenti religiosi diventando un pilastro etico della credenze dei catari e dei manichei, così come lo è tuttora nel buddhismo, in molte correnti dell’induismo e di altre religioni asiatiche.
Il Veganismo ha una storia molto più recente, nasce infatti come movimento scisso dalla Vegetarian American Society che si autoproclama “vegan” e sceglie abitudini alimentari più rigide per quanto riguarda i prodotti di origine animale. Complice il dibattito sempre più accesso sul global warming e il fatto che questa scelta è stata adottata da molte celebrità, il numero di vegani è in crescita in tutto il mondo.
Vegano, crudista o fruttariano?
Come si è già detto la dieta vegana non è soltanto una scelta di tipo prettamente alimentare, ma uno stile di vita che impatta tutte le categorie di consumo. Al suo interno ci sono altre due correnti, ancora più radicali, i cui precetti stringenti nascono dall’esagerazione dei principi stessi del veganismo. I crudisti, ad esempio, consumano soltanto prodotti di origine vegetale senza usare alcun metodo di cottura. Il crudista mangia piatti crudi o al massimo con pietanze parzialmente essiccate in appositi macchinari, perché crede che la cottura vada a diminuire il potenziale nutritivo degli alimenti. Il fruttariano invece è colui che consuma soltanto cibi naturali, cereali legumi e ortaggi, senza acquistare prodotti lavorati industrialmente (il tofu, ad esempio, è una lavorazione industriale della soia).
Avere un vegano e un vegetariano a tavola, qualche consiglio.
Quando invitiamo un vegetariano o un vegano a un banchetto, sorgono solitamente molti dubbi su cosa gli si può preparare – questo perché non siamo abituati a concepire alcuni piatti semplici e di tradizione come vegetariani. Pensiamo ai pizzoccheri, alla parmigiana di melanzane, alle mille rivisitazioni che si possono fare con una lasagnetta senza ragù…ecco, viziare un vegetariano non è affatto difficile. Nel caso di persone vegane il problema senza complicarsi, ma anche in questo caso è tutta una questione di prospettiva. Un delizioso piatto di crema di fave e cicoria, oppure una spaghettata con verdure arrostite, per non parlare di una semplicissima pasta al pomodoro: avere un vegano a tavola può essere divertente, basta non farsi prendere dal panico.
Nel nostro paese la cultura del cibo assume carattere entro-antropologico, identitario – è un terreno di incontro e di scontro, di accoglienza e di chiusura. Sicuramente queste scelte alimentari che tendono a escludere cibi deliziosi possono fare in qualche modo paura, ma indubbiamente si possono valutare anche come risposta ai tempi in cui viviamo. Si può prendere quella dei vegani e dei vegetariani come una sfida, e provare a sostituire quel take-away o piatto pronto di troppo con una semplice preparazione vegana, a beneficio dell’ambiente e del nostro organismo.