Doveva essere un’edizione speciale di Birraio dell’Anno, il premio che da 16 anni riconosce il miglior produttore dell’anno passato, per Emanuele Longo che solo qualche mese fa aveva annunciato che non avrebbe più svolto il ruolo di responsabile di produzione del Birrificio Lariano di Sirone (LC). Un cambio di vita lavorativa che lo ha portato al teatro Cartiere Carrara di Firenze con la consapevolezza di avere l’ultima chance di vittoria. Un successo che questa volta ha colto.
E così un’altra foto emozionante, quella con il premio alzato che lo incorona come il migliore dell’anno, si inserisce di diritto nel suo album dei ricordi importanti che già contava molti scatti: dalla soddisfazione imprenditoriale di aver visto crescere il birrificio – fondato assieme al socio Fulvio Nessi – ai riconoscimenti di critica, agli attestati di stima dei colleghi e soprattutto all’entusiasmo dei bevitori. Un legame, quello con il pubblico, creato fin da subito con birre appaganti e di facile approccio, che dagli esordi si sono moltiplicate in numero e varietà, ma soprattutto in qualità e costanza. Due parametri di cui i giudici – 100 esperti e addetti ai lavori selezionati da Fermento Birra più i primi 50 birrai individuati dalla classifica dell’anno passato – tengono molto in considerazione nel valutare. Dal maggio del 2008, quando venne realizzata la prima cotta di La Grigna, la loro rinomata italian pils, di birra ne è passata dalla cantina del Lariano: il team è cresciuto in termini professionali e numerici, così come i volumi prodotti, l’esperienza e la tecnologia a disposizione. Oggi la gamma è ampia e ben differenziata con picchi sul fronte delle luppolate d’ispirazione americana e delle basse fermentazioni teutoniche. Birre da pub, verrebbe da dire nel senso nobile dell’espressione, ovvero prodotti creati senza estremismi ma con personalità, vere centometriste della bevuta che si esaltano al bancone. E non a caso la categoria più entusiasta nel riconoscere il valore di Emanuele è stata proprio quella dei publican, oltre a quella dei produttori che con questo premio gli hanno riconosciuto un doveroso tributo per quanto dato al mondo della birra artigianale in questi anni. Ma sarebbe ingiusto parlare di premio alla carriera per un birraio che non è mai uscito dalla classifica dei migliori 20 del premio, e che, nonostante le innumerevoli cotte alle spalle, non ha mai perso la voglia di stupire e migliorarsi professionalmente. Tra i lasciti birrari, oltre alla già citata pils La Grigna, la Serial Keller, birra d’ispirazione teutonica, l’APA Statale 52, la bohemian pils Urkuè, o ancora le luppolate white IPA Vergött e la double IPA Ciube, solo per citarne alcune. Gioie liquide dal consumo quotidiano, affiancate anche da etichette più meditative, come la porter di alta gradazione Imperial Madiba, o persino da progetti più sperimentali come quello di birra affinata in barrique partito nel 2016 e purtroppo oggi accantonato, che aveva regalato diverse etichette degne di nota come la Mugnach, una sour fruit ale con albicocche, elegante, succosa e affilata. Classifica Birraio dell’Anno 20241° Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Sirone (LC) |
Birraio Emergente: il titolo va a Filip Lozinski di Wild Raccoon
Nella categoria degli emergenti trionfa Filip Lozinski di Wild Raccoon. Nato a fine 2023 era il più giovane tra i birrifici in lizza al titolo che viene assegnato ai birrai con meno di tre anni trascorsi alla guida di un birrificio. In pochi mesi il birrificio friulano è riuscito nell’impresa di farsi conoscere oltre le aspettative. Merito di investimenti mirati e di una squadra in cui Filip ricopre il ruolo di regista dividendosi tra la parte commerciale e il controllo della produzione, dove non mancano professionalità con esperienza come Alberto Badiluzzi e Davide Galliussi. La grafica accattivante delle lattine omaggia il mondo del cinema, la vera passione di Filip ora che la birra è la sua vita. In produzione ci si ispira principalmente al mondo anglosassone: le luppolate nordamericane, dalle ormai classiche American IPA alle varie declinazioni più moderne, fino alle Real Ales inglesi. Anche il mondo teutonico trova spazio in sala cottura dove sono realizzate Italian Pils e lager dal taglio moderno. Ogni mese si cerca di uscire con tre nuove referenze senza però dimenticare le birre della gamma base, sempre presenti. In ogni caso, che si tratti di una Pils, una NEIPA o persino di una Pastry Sour, la parola d’ordine è bilanciamento della bevuta. Il tutto condito da un grande controllo della qualità, garantito dal laboratorio interno e dalla cura che delle materie prime. Un birrificio in rampa di lancio di cui sicuramente sentiremo parlare in futuro. Classifica Birraio Emergente 20241° Filip Lozinski del birrificio Wild Raccoon di Cussignacco (UD) |