Un amico a cui voglio molto bene, che ama cucinare e lo fa non solo per passione ma anche per lavoro, mi parla spesso della Cooking therapy ossia di quanto cucinare rappresenti per lui una vera terapia.
“Non c’è momento migliore di quello in cui cucino per me stesso o per gli altri. Mi riapproprio del mio qui e ora e torno a stare bene.”
Nel potere terapeutico della cucina io ci credo.
Perché la cucina è arte ed esattamente come tutte le forme d’arte, permette all’essere umano di ristabilire una vera connessione verso sé stesso.
Chi ha la fortuna di cucinare i propri ortaggi è ancora più fortunato.
Ed è esattamente il motivo per il quale prima affermavo che, se possibile, i prodotti che usiamo per cucinare andrebbero coltivati in casa.
Perché “mettere le mani nella terra” e “mettere le mani in pasta” funziona un po’ allo stesso modo e può regalare immensa pace e gratitudine verso il mondo.
Alle energie positive io ci credo e credo al potere della cucina e della natura.
In fondo, noi stessi siamo parte di quest’ultima.
Esperienza sensoriale
La cucina è una vera e propria esperienza sensoriale.
L’unione di vista, udito, tatto, olfatto e gusto, creano un connubio di emozioni uniche che si incontrano e si fondono creando esperienze irripetibili, che cambiano e crescono di volta in volta.
Con la cooking therapy potremmo addirittura avere la fortuna di scoprire – o riscoprire – una certa sensibilità che tendevamo a trascurare o ignoravamo.
Esperienza creativa
In cucina la mente viaggia e crea. Crea vere opere d’arte. Qui la tela è il piatto e gli ingredienti sono i colori.
Il cuoco è un vero e proprio artista. Nulla di più, nulla di meno.
La parte migliore consiste nell’impossibilità di replicare due volte lo stesso piatto: potrà avere anche gli stessi ingredienti ma ogni piatto sarà sempre unico e irripetibile.
Questo rende la cucina un’arte assolutamente esclusiva ed estremamente personale.
Riappropriazione del sé in cucina
La grandissima concentrazione richiesta in cucina necessita di avere un focus ben preciso su sé stessi.
Conoscenza, aggiornamento, innovazione, studio, sono alla base di un’evoluzione e riappropriazione costante del sé.
Questo garantisce equilibrio e un grande allenamento per il benessere della nostra mente.
La cucina è una di quelle poche attività che ancora necessita la connessione alla propria percezione del qui e ora.
Insomma, la verità è che la cucina è uno dei più potenti antidepressivi e calmanti che esistano e di cui abbiamo la fortuna di avvalerci.
E questo deve farci ricordare quanto l’essere umano sia fondamentalmente un soggetto dotato di una creatività incontenibile. Non finiamo mai di stupirci.