Le ciliegie, alla stregua delle pesche e delle fragole, sono uno dei frutti di stagione più amati da grandi e piccoli: tutti aspettano l’estate per poter portare nelle proprie tavole queste piccole gemme rosse.
Cenni storici sulle ciliegie
La sua pianta, il ciliegio, si diffuse inizialmente in Asia minore, fino ad arrivare in Egitto nel settimo secolo a.C., e successivamente in Grecia quattro secoli più tardi.
La leggenda narra che le ciliegie siano arrivate in Italia grazie al generale Lucullo, di ritorno dalla Cappadocia; ma è solo nel Cinquecento che si hanno testimonianze della coltivazione di questa pianta, e dell’arrivo dei suoi frutti sulle tavole italiane.
Tipi di ciliegie
Esistono due specie di ciliegio distinte in base al frutto: dolce (prunus avium) ed acido (Prunus cerasus).
In Italia oltre il 90% della produzione deriva da ciliegie dolci, mentre le acide, note come amarene, marasche e visciole, sono per lo più sporadicamente diffuse in giardini e frutteti familiari o come alberi spontanei anche in zone montane.
Sul mercato le ciliegie dolci valgono in genere più di quelle acide, per il maggior valore intrinseco dei frutti. più grossi, più consistenti, dolci e serbevoli, adatti al consumo diretto.
Le ciliegie acide invece trovano impiego quasi unicamente nell’industria conserviera o per la preparazione di sciroppi e confetture casalinghe.
L’albero di ciliegio dolce è di solito più sviluppato di quello acido e richiede molto spazio; inoltre, la maggior parte delle cultivar è autosterile, cioè non può produrre frutti da sé, ma ha bisogno della vicinanza di almeno un altro albero di varietà impollinatrice a contemporanea fioritura ed interfertile con la desiderata, in modo da ottenere una impollinazione incrociata.
Nel ciliegio acido invece molte varietà sono autofertili e quindi la fruttificazione si ottiene anche su un albero isolato.
Recentemente, però, sono state messe in commercio anche ottime varietà di ciliegio dolce autofertili di origine canadese che sono molto produttive.
Le ciliegie vengono coltivate quasi in tutto il mondo ormai, ma qui vi elencherò le tipologie più famose di ciliegie italiane:
- Vignola IGP: ciliegia modenese, piccola, succosa e dalla polpa tenera.
- Marostica IGP: della provincia di Vicenza, soda, tonda e molto dolce.
- Dell’Etna DOP: ciliegia rosso brillante, croccante, dal sapore dolce.
- Di Pistoia: dal colore rosso scuro intenso, è dolce, croccante e saporita.
- Graffione bianco: varietà piemontese che si caratterizza per il suo colore giallo pallido, ha un retrogusto amaro.
- Di Vari: ciliegia toscana, molto piccola, dal colore rosso brillante e particolarmente dolce.
- Ciliegia arecca: è una ciliegia tipica della zona di Marano, in Campania, dal colore rosa pallido.
- Dii Castelbianco: si contraddistingue per il suo colore rosso pallido, è molto croccante e dolce.
Abbiamo poi il Bigarreau Burlat e B. Moreau che sono precoci (terza decade di maggio); Mora di Cazzano e Mora di Vignola (primi di Giugno); Moretta di Cesena, Durone Nero di Vignola, Ferovia, Stella, Lambert, Stark, Hardy Giant, Van Vittoria, Durone della Marca e Bigarreau Napoleòn.
Queste sono solo alcune delle circa venti varietà di ciliegie presenti sul mercato italiano.
Coltivazione delle ciliegie
Il ciliegio si pianta in genere in autunno nel mese di novembre: è bene calcolare la distanza di altre piante in base al potenziale sviluppo: almeno 5-7 metri per il ciliegio dolce e 3-5 metri per quello acido.
Ogni anno a fine inverno occorre concimare, spandendo sulla zona sovrastata dalla chioma circa 15 grammi di solfato di potassio e 30 grammi di solfato di ammonio per metro quadro.
Ogni tre anni invece è bene somministrare 90 grammi di perfosfato per metro quadro.
Il ciliegio anche quando è adulto va potato il meno possibile. Sono soprattutto da evitare i tagli invernali ed autunnali, cioè in periodi piovosi, quando le ferite da taglio possono favorire l’insorgere di malattie da funghi.
Periodicamente ogni 3-4 anni di eliminano i rami secchi e le branchette fruttifere che tendono ad esaurirsi, per stimolare la formazione di nuovi germogli-
Raccolta delle ciliegie
Le ciliegie maturano, secondo la varietà, fra la terza decade di maggio e la seconda di luglio. Quando sono vicine alla maturazione specie quelle dolci sono soggette a screpolature in caso di pioggia; la raccolta deve essere quindi tempestiva e rapida, a causa dell’estrema deperibilità dei frutti.
Salvo rari casi le ciliegie si devono raccogliere a mano, a due a due, con un lavoro quindi molto oneroso, cercando di non staccare il gambo per non causare lesioni alla buccia, fuoriuscita del succo e rapida marcescenza. Non bisogna neppure rompere rami e mazzetti per evitare insediamenti di malattie.
Benefici delle ciliegie
Le ciliegie hanno al loro interno i più disparati micronutrienti, anche se in quantità abbastanza moderate rispetto al nostro fabbisogno: tra i più importanti la vitamina C, il magnesio e il potassio.
Le ciliegie hanno importanti azioni antinfiammatorie e antiossidanti, importantissime per prevenire disturbi cardiovascolari, diabete, artrite e invecchiamento cutaneo.
Essendo composte da un’alta percentuale di acqua sono alimenti molto idratanti e dalla funzione diuretica ed hanno in esse sostanze che favoriscono molto il sonno.
Controindicazioni delle ciliegie
Anche se si tratta di un frutto, è bene non esagerare: le ciliegie possono provocare coliche e disturbi intestinali, e per chi ce l’ha, aggravare il disturbo di intestino irritabile.
Quindi è consigliato mangiare le ciliegie sempre in quantità moderate, anche se per il loro buonissimo sapore può risultare alquanto difficile!
Ciliegie in cucina come utilizzarle
- Essere sgranocchiate come spuntino.
- Aggiunte come frutto stagionale in yogurt e porridge.
- Preparare gustosissime marmellate.
- Ottimi frullati e gelati fatti in casa.
- Gustosissimi dolci e crostate.
- Può essere aggiunta a freschissime insalate, in particolare nella stagione estiva.
- Da accompagnamento con vini e taglieri di formaggi.
Come conservare le ciliegie e quanto tempo si conservano
La conservazione in frigo delle ciliegie consente di rimandare il consumo di appena qualche giorno, quindi non durano molto vanno mangiate quasi subito.
La surgelazione invece, se è ben fatta, rende possibile la trasformazione in confetture, marmellate e succhi in tempi differiti, anche di qualche mese.