Siamo andati a trovare Vincenzo e Yessenia ad Ischia Porto, dove sulla spiaggia di San Pietro realizzano nel ristorante di famiglia Cap’E’Fierr piatti tipici, innovativi ed una pasticceria esclusiva tutta da scoprire…come loro.
Una volta arrivati ad Ischia, il primo sguardo si rivolge veloce e per niente distratto ad una striscia di sabbia. Di fianco a colpo d’occhio come in un sinuoso continuum si esprime il Castello Aragonese in tutta la sua bellezza. Ed Ischia Porto è così, con le sue spiagge e le linee che lente portano al borgo, e ne lasciano intravedere il centro.
La spiaggia di San Pietro, la prima che si intravede quando ci si inoltra nel porto dell’isola posizionata nel Golfo di Napoli, è un insieme di lidi e piccoli bar. Tra questi uno ci ha colpiti e conquistati: Cap’E’Fierr.
I motivi son tanti. In primis per il nome, e poi ancora per i suoi dettagli, curati ed allo stesso tempo semplici ed essenziali. Come Vincenzo e Yessenia, che insieme nella vita come sul lavoro, hanno saputo rimettere al centro delle loro giornate la passione per la cucina, per la ricerca…e per l’amore. Li abbiamo conosciuti in un pomeriggio assolato isolano, mentre erano intenti a sistemare il locale in vista di una stagione che non vediamo l’ora di vivere di nuovo all’insegna della conviviale leggerezza della tavola.
Vincenzo, come mai “Cap’E’Fierr?
Dunque la storia vuole che il mio bisnonno Pietro Ferrandino durante il periodo di guerra fosse imbarcato come marittimo e dunque lontano da casa.
A quel tempo poche erano le gioie che potevano essere celebrate in famiglia, una fra queste era certamente la nascita di un figlio maschio; ebbene il mio bisnonno non aveva avuto modo di celebrare la nascita delle due figlie femmine e appresa la notizia chiese una settimana di “congedo” dalle armi… che ovviamente gli fu negata. A tale risposta Pietro Ferrandino, mio bisnonno, esclamò che allora avrebbe disertato e che niente gli avrebbe impedito di assistere alla nascita di suo figlio.
Nonostante gli avessero detto che avrebbe rischiato la corte marziale, il carcere, e la pena capitale Pietro Ferrandino dissertò e con sorpresa di tutti tornò a casa dove celebrò la nascita di suo figlio Vincenzo ( mio nonno )…così come se niente fosse, ripresentandosi poi alle armi davanti dinnanzi lo stesso comandante che gli aveva proibito di andare.
Aveva collezionato vari elogi, e la sua condotta era encomiabile: dunque gli fu data come punizione, solo una breve ferma a bordo. Quando il generale gli si presentò davanti dicendogli che era questa la punizione a chi disobbediva Pietro rispose che l’avrebbe fatto altre cento volte, così il comandante esclamò “ MA SI PROPRIO NA CAP E FIERR?!” e tutto fini in una fragorosa risata…da qui la nascita di “Cap’E’Fierr”, in suo onore.
Incredibile, sembra una storia d’altri tempi ed infatti lo è davvero…cosa fate nel vostro ristorante?
Siamo una realtà giovane, un team piccolo ma compatto che propone di giorno ad ora di pranzo piatti semplici e leggeri, i grandi classici da spiaggia e da riva mare. La sera, come per magia, ci trasformiamo offrendo ai nostri commensali la possibilità di assaggiare piatti della tradizione di mare e di terra rielaborati, ma anche una cucina gourmet cui stiamo puntando sempre di più.
Come si concilia un’attività vicina al mare con la ricerca di prodotti locali? Quanto contano le materie prime per voi?
Siamo alla costante ricerca di materie prime che rispettino non solo la stagionalità dei prodotti locali, ma anche e soprattutto la varietà delle produzioni isolane e delle loro combinazioni. Siamo degli esploratori del gusto ed amiamo mescolare tradizione ed innovazione anche in virtù delle nostre storie personali ed esperienze nel mondo della cucina. Abbiamo così fatto una scelta precisa, ovvero quella di dedicarci alla cura dell’orto ed alla lavorazione della terra per avere sempre prodotti davvero a km0 e scelto ancora una volta di interagire sempre di più con i pescatori isolani, nostri alleati per preparazioni uniche.
Questo è bellissimo, ma vi porrà anche dinnanzi alcune “avversità”…
Certo, dobbiamo fare i conti con alcuni commensali desiderosi di avere sempre gli stessi prodotti tutto l’anno, o ancora con l’esaurimento delle porzioni prima della fine della serata. Come spesso succede infatti prediligiamo quantità in linea con le reali disponibilità dei mercati e dei nostri fornitori. E ci è capitato di non avere ad esempio cozze, perchè non era periodo…o ancora calamari… ed immaginerai che in piena estate diventa difficile spiegare che certi prodotti non sono propriamente sempre “disponibili”…ma ci stiamo provando perchè vogliamo riuscirci…
A fare cosa?
A dire la nostra e fare la differenza nel panorama della ristorazione isolana, ma soprattutto in una ricerca costante del rispetto della terra e dell’alternanza delle sue produzioni. A tal proposito abbiamo infatti anche creato “Cap’E’Factory”, il nostro laboratorio sul campo…ovvero l’orto di famiglia dove coltiviamo i nostri prodotti e le erbe delle nostre preparazioni. Un progetto ambizioso che vuole però cura costante e passione…
Che certamente non vi manca! Vincenzo, la prossima stagione anche idealmente, è nell’aria. Vi è desiderio di ripartire o meglio di ricominciare a stare insieme a vivere la tavola…voi? Cosa state facendo?
Stiamo curando il nostro ristorante con lavori di ordinaria manutenzione e sperimentando nuovi piatti. Io e Yessenia non ci siamo mai fermati ed anche conoscere nuove realtà del territorio ci entusiasma. Stiamo lavorando alla prossima stagione estiva e ragionando sul futuro invernale del nostro ristorante…che chissà non riservi qualche sorpresa…