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5 dolci tradizionali di Pasqua in Italia

5 dolci tradizionali di Pasqua in Italia cinque gusti
Di cosa parla questo articolo

In vista dell’imminente arrivo della Pasqua, l’attendiamo con fervore facendoci venire un po’ di acquolina in bocca.

Partiamo per un viaggio in giro per l’Italia, da nord a sud, alla scoperta di 5 dei dolci tradizionali del periodo Pasquale.

Pronti??

 

Abruzzo: il fiadone

Il fiadone abruzzese è una vera e propria cheesecake all’italiana. Ne esiste anche una versione salata, ma la ricetta tradizionale è dolce.

Il fiadone può avere varie forme: dai ravioli alla torta (rustica o dolce). Il nome fiadoni deriverebbe dal tedesco “fladen” (cosa gonfia), in dialetto abruzzese “li fiadune”.

Da tradizione, nella versione rustica, il formaggio da impiegare è il Rigatino (un formaggio a pasta semicotta realizzato con latte ovino e vaccino).

Nella versione dolce, la base di pasta sfoglia resta la stessa ma il ripieno è realizzato con ricotta, zucchero e scorza di limone o cannella (facoltativa l’aggiunta di uvetta e canditi).

 

Toscana: Sportelline livornesi

Detta anche schiacciata di Pasqua, è una torta di pinoli che vede le sue origini a Livorno, diffusa oggi in tutta la Toscana. È caratterizzata da un delicatissimo sapore di arancia e da un mix di ingredienti semplicissimi. Infatti, la maggior parte dei dolci tradizionali toscani, hanno delle preparazioni semplicissime essendo tutti di origini contadine antichissime.

Nonostante venga chiamata anche “schiacciata” la sua forma è tutt’altro che riconducibile al nome. Infatti, la Sportellina è un dolce molto lievitato e fermentato naturalmente.

 

 

Lazio: Pigna pasquale

È un ricco panettone lievitato e farcito con uvetta, canditi, vaniglia, cannella e anice. Curiosa la storia delle sue origini: preparata un tempo solo in quella zona del basso Lazio appartenente al regno di Napoli, la Ciociaria. Infatti, nella parte Nord, sono solo recenti le influenze di questo dolce, di cui prima neanche conoscevano l’esistenza.

In Ciociaria, terra di origini contadine, il pane è sempre stato uno degli alimenti più lavorati tra le donne. Non è difficile intuire dunque come mai questo dolce lievitato sia nato proprio qui.

Spoglio, come primo impatto farebbe pensare a un panettone. Generalmente, però, la pigna pasquale viene glassata e colorata con zuccherini per renderla molto primaverile.

Al taglio, ancora più colore viene conferito dal mix di canditi di cui è arricchito l’impasto. Questo dolce è un tripudio di colori e allegria.

 

Campania: la pastiera napoletana

Alcuni credono che la pastiera sia nata con una leggenda della sirena Partenope, molto più diffusa è la versione che la vede nascere tra le mura di un convento (come molti altri dolci napoletani) grazie alle mani sapienti delle suore. Pare che, l’aroma dei fior d’arancio, si spandesse per tutti i vicoli della città quando le suore aprivano le porte del convento ai servitori delle nobili famiglie di Napoli, per dar loro le prelibatezze cucinate da portare alle corti.

Loredana Limone, scrittrice gastronoma, riferendosi al dolce profumo che s’insidiava tra le strade di Napoli, parla di una vera e propria “consolazione alla povera gente per la quale quell’aroma paradisiaco era la testimonianza della presenza del Signore”.

La ricetta prevede che, sulla classica base di pasta frolla, venga adagiata per la cottura una crema di grano realizzata con latte, zucchero, ricotta, grano in chicchi, burro, uova, canditi, vanillina, scorza d’arancia e limone, acqua di fiori d’arancio e cannella.

Nel tempo è diventata “buona usanza” regalare per Pasqua la pastiera. Le donne la cucinano e se la scambiano in segno di buon augurio per tutta la famiglia.

 

Sardegna: Casadinas

Chiamate anche padulas in alcune zone della Sardegna, sono dei tortini delicati e friabili che possono essere sia dolci che salati.

Il nome deriverebbe proprio da “casu” che in sardo significa formaggio. Infatti, per la realizzazione delle casadinas viene impiegato il formaggio fresco aromatizzato al limone o la ricotta di pecora.

 

>>> Food tourism: il turismo enogastronomico

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