Mercoledì scorso, in compagnia dei miei amici Lino d’Angiò, noto attore comico napoletano e il suo bravissimo ingegnere del suono Carmine Giordano, al termine di una giornata di lavoro durante la quale abbiamo girato un divertentissimo video dello chef Giovannino Caccavacciuolo, abbiamo pranzato alla pizzeria 450 gradi di Gianfranco Iervolino, che si trova al centro di Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli.
La location
Innanzitutto la prima cosa da dire è che di fronte alla pizzeria c’è un comodo parcheggio orario e senza parcheggiatore, cosa alquanto rara dalle nostre parti, per cui prima di entrare già mi sentivo rilassato e pronto a gustarmi una bella pizza in santa pace senza aver fatto alcuna discussione precedente.
Il locale ha una bella sala in stile moderno, con il forno a vista entrando sulla destra che predispone molto bene il cliente alla degustazione.
Il menù: valutiamo le pizze di 450 gradi
Il menù mi è parso subito molto interessante, con diverse proposte di pizza che pur avendo recentemente fatto il giudice ai campionati nazionali di pizza non avevo ancora avuto il piacere di assaggiare. Dopo essere stato oltre dieci minuti per decidere quale pizza assaggiare, la mia scelta è caduta sulla Eduardo De Filippo.
Noto estimatore del grandissimo attore napoletano, ciò non mi ha condizionato. Ciò che mi ha colpito erano invece gli ingredienti della pizza molto ben bilanciata: parliamo di una pizza contemporanea a base di vellutata di zucca napoletana, funghi porcini spadellati, provola di Agerola, pancia magra di maialino nero casertano, granella di nocciola, grana padano, olio extra vergine di oliva ed infine basilico.
La cosa che mi ha maggiormente colpito di questa pizza, oltre che essere leggerissima, un impasto indiretto quindi con premiscelato probabilmente poolish, quindi un premiscelato liquido, in quanto l’impasto aveva una stretta alveolatura, è stata la qualità della materia prima di altissimo livello.
Quando si tratta di biga solitamente l’alveolatura è maggiore: credo una idratazione intorno al 70%
Anche Lino e Carmine sono rimasti molto soddisfatti della loro scelta: una margherita con provola e pepe classica per Lino, mentre per Carmine una Massimo Troisi con stracciata di bufala, mortadella IGP di Bologna, pesto di pistacchio, granella di pistacchio, basilico ed olio extravergine d’oliva.
Le birre artigianali
Per quanto riguarda le birre, il 450 gradi ha una produzione propria di birre artigianali create mi dicevano da monaci vesuviani, quindi un prodotto del territorio.
La mia scelta è caduta su una birra rossa la 450 gradi English Ale,ad alta fermentazione quindi, molto buona dal retrogusto fruttato, guidata dalla rotondità del malto , dal corpo da medio-leggero a medio-robusto con carbonazione moderata.
Un’ottima scelta devo dire.
La pizza polacca di Gianfranco Iervolino
Quando ormai eravamo sazi e soddisfatti e pronti ad andarcene, il mio amico Lino ha giocato il jolly, è il caso di dire dulcis in fundo, invitandomi a provare la famosa pizza polacca di 450 gradi.
Parliamo di una pizza dolce con crema pasticciera al limone, Amarene Fabbri e zucchero semolato caramellato.
Ero un po’ scettico devo dire perché in linea di principio non credo molto nei dolci fatti con l’impasto della pizza, ma in questo caso oltre alla bontà della materia prima c’è stata davvero una esplosione di sapori.
Ne avrei mangiata anche un’altra ma non lo dite a Lino 🙂
Lo chef Gianfranco Iervolino
Purtroppo non era presente ma mi sarebbe davvero piaciuto conoscere lo chef Gianfranco Iervolino, che oltre ad essere un ottimo cuoco, pizzaiolo ed imprenditore è anche un bravissimo cantante.
Avete capito bene: entrando nella pizzeria abbiamo una bella chitarra classica in bella vista con la quale Gianfranco intrattiene i suoi clienti con un repertorio incentrato principalmente sulla canzone classica napoletana, e se cercate su You Tube guardando qualche sua esibizione converrete certamente con me.
Conclusioni
In conclusione devo dire che sono rimasto veramente soddisfatto dalla proposta di questa pizzeria che non conoscevo, e credo che ci tornerò sicuramente non solo per mangiare qualche altra proposta ma soprattutto per conoscere personalmente il proprietario che sicuramente saprà descrivermi ancora meglio il suo progetto a Pomigliano d’Arco.